martedì 22 ottobre 2013

M5, NON DIMENTICHIAMO IL COLLEGAMENTO CON MONZA

di Roberto Biscardini

Socialista, Consigliere Comunale di Milano

Milano si è finalmente dotata di un tratto di metropolitana in più. Da Bignami a Zara, per proseguire entro il 2013 a Porta Garibaldi, importante stazione di corrispondenza e successivamente a San Siro. E deve iniziare a discutere seriamente di un nuovo piano dei trasporti e della mobilità. A tutti coloro che non conoscono la storia, amministratori e cittadini, è bene spiegare da dove nasce l’idea di una linea metropolitana lungo viale Zara.

L’idea di questa linea non nasce negli uffici del Comune di Milano, ma in Regione Lombardia. Correvano gli anni 1989/1990, più di venti anni fa, quando la Regione fece proprio il problema del congestionamento del traffico urbano, oltre che extraurbano, come problema regionale. È infatti nell’ambito di uno studio per il potenziamento del trasporto pubblico della Brianza, e quindi per la riduzione del traffico in quell’area, che vengono individuati tre importanti interventi, poi riconosciuti come prioritari da un accordo sottoscritto da tutte le amministrazioni locali.


Il prolungamento della M1 da Sesto San Giovanni FS fino all’intersezione con l’A4, da estendere in un secondo momento fino alla stazione FS di Monza.

Il prolungamento della M2 da Cologno a Vimercate. Ma soprattutto la realizzazione di una nuova linea metropolitana dall’ospedale di Monza-Lissone verso Monza FS, che avrebbe poi dovuto, passando per Cinisello, raggiungere Milano Porta Garibaldi percorrendo viale Fulvio Testi e viale Zara.

Ma il progetto della Regione, che non a caso prevedeva una metropolitana che partisse da Monza per invertire la logica milanocentrica secondo la quale ogni linea metropolitana parte sempre dal centro di Milano, subì nel corso degli anni alcune grosse modifiche.

La prima dovuta all’insipienza del Comune di Monza, che a un certo punto volle fare da sé, abbandonò questo progetto organico per tentare di realizzare in autonomia una piccola metropolitana urbana a fune, assolutamente ridicola e non funzionale. Un progetto che poi si arenò e finì in procura.

La seconda decisa da Milano che, visto l’atteggiamento di Monza e l’incomprensibile disinteresse di Cinisello, pensò anch’essa di far da sé. Studiò e avviò la costruzione del tratto da Garibaldi a Bignami, poi saggiamente unificata nel 2006, per iniziativa dell’Assessore Goggi, con l’allora linea M6, che avrebbe dovuto collegare Garibaldi a San Siro ma senza continuità con la M5.

Adesso il primo tratto c’è, ma non bisogna accontentarsi e non bisognerebbe perdere di vista l’idea originaria. Un progetto ritenuto dalla Regione così importante, tanto da chiederne il cofinanziamento al Governo nel 1992.

Milano, Monza e la Regione possono ritornare a sedersi al tavolo per riprendere un confronto che sarebbe ancora utile per tutti.

E così la M5 , pur partendo da Milano, può benissimo proseguire nella direzione di Monza, garantendo a questa città di disporre anch’essa di una linea metropolitana per le proprie esigenze urbane. Una linea plurifunzionale, radiale in Milano, ma con funzioni urbane per Milano, Cinisello e Monza. Se lo spirito del progetto degli anni ’90 non andrà perduto, la M5 sarà la Milano-Monza e non solo la San Siro-Bignami, garantendo l’infrastrutturazione della direttrice di viale Zara al pari di quella altrettanto importante e già esistente lungo viale Monza e Sesto San Giovanni. Meglio se puntasse direttamente su Monza centro, come avevamo previsto allora. Ma soprattutto bisogna evitare che questa linea possa andare in giro per campi per soddisfare logiche immobiliariste di corto respiro.

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