martedì 8 novembre 2011

Giuseppe Baio: discorso per l'inaugurazione di Piazza Pertini a Usmate (MB)

Sig.re e Sig.ri 
innanzitutto grazie per essere intervenuti a questa manifestazione in memoria del Presidente Pertini. 
Ringrazio inoltre l’Amministrazione Comunale che ha accolto l’invito dei socialisti Usmatevelatesi di ricordare nel 150^ dell’unità d’Italia il Presidente Pertini, anche la scelta di abbinare la manifestazione al ricordo del 4 Novembre è importante, infatti non dobbiamo scordarci che il Presidente Pertini nel 1917 viene chiamato alle armi, ed al fronte si distingue per operatività e temerarietà, nonostante sia simpatizzante socialista e dunque neutralista. Al Presidente Pertini, fu conferita nel 1917 la medaglia d’argento al valor militare. 
Grazie anche al Sindaco per avermi concesso l’onore di questo intervento, che vuole essere solamente un sunto della vita e dell’attività politica del Presidente Pertini o del COMPAGNO DEL SECOLO, come i socialisti lo vogliono ricordare. 
Ho avuto la fortuna di conoscere personalmente il Presidente Pertini nel lontano 1972. Ero stato nominato da poche settimane segretario della sezione del P.S.I. di Usmate Velate e mi trovavo nella storica sede di Viale Lunigiana a Milano, era presente anche l’allora onorevole Pertini, fu per me un’occasione speciale, stringere la mano, ricevere i complimenti per il mio incarico, ma soprattutto ascoltare i consigli di un esponente faro della mia appartenenza al socialismo. 
Alessandro Pertini, per tutti Sandro, non è stato uno dei presidenti della Repubblica Italiana, è stato senza alcun dubbio, il più significativo ed apprezzato sia in Italia che nel Mondo tra i rappresentanti del nostro paese. Combattente per la libertà, antifascista, socialista, insigne rappresentante delle istituzioni e simbolo dell’ unità della patria. 
Sandro Pertini nasce a Stella, un piccolo paese nell’entroterra savonese, consegue la laurea in giurisprudenza presso l’università di Genova. 
Nel 1917, come già ricordato viene chiamato alle armi. 
Nel 1918 al termine della prima guerra mondiale, inizia la sua militanza nelle fila del P.S.I. 
Nel 1925 oggetto di rappresaglie squadriste, viene arrestato una prima volta. 
Nel 1926 per la sua opera di fiero oppositore al regime è condannato al confino per cinque anni sull’isola di S. Stefano, nel cui imponente carcere transitarono altri illustri antifascisti ( Amendola, Romita, Spinelli, Terracini), entrato in clandestinità, e sfuggito alla cattura, Pertini ripiegò prima a Milano e poi in Francia. 
Pertini non frenò il proprio attivismo neppure in esilio. Nel 1929 tornò in Italia, sotto falso nome, per partecipare in modo più compiuto alla lotta, riconosciuto, venne arrestato e condannato ad 11 anni di reclusione. 
Riacquistò la libertà solo nel 1943 per rigettarsi subito nella lotta antifascista. 
Catturato dalle SS assieme a Giuseppe SARAGAT ( altro Presidente della Repubblica e leader del PSDI) venne condannato a morte, la sentenza non ebbe seguito grazie all’azione di un gruppo partigiano che ne permise la fuga. 
Nel 1945 è componente attivo del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) è sua la voce che il 25 Aprile via radio comunicò al popolo italiano la vittoria sul nazifascismo. 
Nel 1946 anno in cui l’Italia si diede l’assetto repubblicano con lo storico referendum popolare del 2 Giugno, Sandro Pertini viene eletto membro dell’assemblea costituente, chiamata a definire la carta fondamentale dell’Italia libera. 
Per Piero Calamandrei quella carta è il testamento degli oltre centomila partigiani morti in quella guerra civile. 
Nel corso della 4^ e 5^ legislatura 1968/1976, ricopre la carica di presidente della Camera dei Deputati, ruolo svolto con grande equilibrio e rispetto per le istituzioni. La cosa nuova che Pertini porta in parlamento, sono i suoi incontri con i giovani studenti, una costante che lo accompagnerà anche nel suo prossimo impegno istituzionale, nonché il più prestigioso la Presidenza della Repubblica Italiana. 
L’8 Luglio 1978 Sandro Pertini alla rispettabile età anagrafica, non quella dello spirito, di 82 anni è eletto presidente con 882 voti su 995, record assoluto di preferenze. 
Erano gli anni di piombo e del terrorismo, della crisi economica e della crisi politico-parlamentare seguita al fallimento dell’esperienza della solidarietà nazionale, successiva al rapimento ed al delitto di Aldo Moro. 
Nel corso del suo mandato il presidente Pertini andò ben oltre i formalismi che il ruolo gli conferisce, Sandro Pertini ( non a caso è considerato il presidente più amato dagli italiani) rivoluzionò il rapporto tra la prima carica dello stato ed i suoi concittadini, la sua forte personalità, la sua straordinaria, sofferta e fiera esperienza umana ridiedero slancio e fiducia agli italiani delusi dalla politica fatta non tra la gente ma nella stanza dei bottoni. 
Il modo con cui ad un’età considerevole, rappresentò il nostro paese in moltissimi viaggi all’estero ed in Italia, sia in occasioni liete ( tutti ricorderanno il mondiale di Spagna del 1982, le scappatelle in montagna con il Pontefice ) che infauste ( la strage di Bologna, Ustica, la tragedia del bambino di Vermicino, il terremoto in Irpinia e l’assassinio di Carlo Alberto Della Chiesa ) lui c’era sempre con il suo spirito critico, la sua carica umana a dimostrare la presenza delle Istituzioni ed il loro sostegno vero, il loro dolore composto e partecipe. 
Nessun capo di stato o uomo politico italiano ha conosciuto all’estero una popolarità paragonabile alla sua. Ricevette lauree honoris causa dalle più prestigiose università, divenne accademico di Francia, fu costantemente ricercato dagli organi di informazione stranieri. 
L’immagine dell’Italia con lui migliorò 
Il riempirsi la bocca di tanti illustri politicanti, di oggi, della parola “ libertà “ , in ogni luogo e in ogni circostanza, senza alcun pudore, mi richiama alla mente inevitabilmente tutti coloro che la libertà se la sono guadagnata lottando, vivendo negli stenti, nelle rinunce, nella sopraffazione, Sandro Pertini assurge a simbolo e rappresentante ideale della lotta per la conquista della libertà e della sua imprescindibile difesa in ogni dove, come, perché. 
GRAZIE
(nella foto la targa fatta fare dai compagni di Usmate posta in Piazza)

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