lunedì 16 gennaio 2012

Luigi Vertemati: il ricordo di Carlo Tognoli

Socialista a tutto tondo, Luigi Vertemati ha lasciato di sè un ricordo estremamente positivo per quello che riguarda i rapporti umani. Sempre disponibile al dialogo, uomo di mediazione, ma non dicompromesso, era attento alle esigenze politiche e personali di coloro che interloquivano con lui.
Autodidatta, proveniente da una famiglia operaia, era uno degli esempi di promozione sociale consentita dall’impegno politico nell’ambito del partito socialista e delle istituzioni.
Attivista e dirigente del movimento giovanile socialista, sostenne la politica autonomista di Pietro Nenni avviata dopo la rivoluzione ungherese del 1956 contro il regime comunista che segnò la rotturadel patto di unità d’azione tra PSI e PCI.
Segretario della Federazione milanese del PSI dal 1972 al 1976, mantenne sempre un timbro ‘autonomista’ di netta differenziazione dal partito comunista anche quando prese le distanze all’interno del PSI dalla corrente di Nenni e Craxi per aderire a quella diFrancesco De Martino.


Consigliere comunale e sindaco di Bernareggio, suo paese natale, fu consigliere e assessore regionale dal 1972 al 1989, quando fu eletto deputato europeo.
In occasione della costituzione della giunta di sinistra nel 1975 condivise la linea che portò alla alleanza del PSI con il PCI (dopo 14 anni di centro sinistra) per evitare un ‘compromesso storico’milanese che avrebbe schiacciato i socialisti tra DC e PCI e messa in forse la ‘leadership’ socialista al comune di Milano.
Nella Regione Lombardia fu assessore più volte, al lavoro, all’artigianato, all’urbanistica, all’ambiente e vicepresidente con Giuseppe Guzzetti.
Fu protagonista di scelte politico amministrative importanti nel periodo in cui era in corso la trasformazione socioeconomica  della Lombardia nel passaggio dalla società industriale a quella post-industriale.
L’area della Pirelli Bicocca fu oggetto, con il Portello Alfa Romeo, dei primi interventi del Comune di Milano, quando ero sindaco, sulle industrie in via di dismissione.
La Pirelli, allora in grave difficoltà, decise di chiudere la produzione di pneumatici a Milano. Ciò avrebbe determinato riduzione dell’occupazione e delle potenzialità di ricerca tecnologica di un’azienda ‘leader’ nel settore.
Vertemati gestì con grande equilibrio quella difficile vertenza che sfociò nella ‘cassa integrazione’ per i lavoratori e in una variante urbanistica approvata dal comune per la creazione di un ‘polotecnologico’, accompagnato da volumetrie per uffici e residenze, che avrebbe garantito risorse alla Pirelli.
Le cose andarono poi diversamente negli anni’90, perché il polo tecnologico si rimpicciolì, mentre aumentarono le destinazioni residenziali (l’inserimento della seconda università - che avrebbe dovuto insediarsi a Porta Vittoria, nella stazione di entrata del ‘passante ferroviario’- fu l’alibi per cambiare l’obbiettivo) e l’Arcimboldi fu la‘ciliegina’ per rendere più appetibile la sostanziale modifica delle finalità originarie.
Tuttavia la visione che allora avevamo dello sviluppo urbanistico di Milano rimane valida e testimonia della capacità di interpretazione dei mutamenti epocali in corso che avrebbero cambiato strutturalmente il volto della città e del suo hinterland senza creare pericolosi traumi sociali.
In una lunga intervista rilasciata a Roberto Vallini (‘Tutti i governi della Lombardia’) sulla esperienza regionale e sulla prospettive della nostra democrazia, Luigi Vertemati dopo avere ricordato il suo impegno per rendere più rapido e ‘decisionista’ l’iter delle deliberazioni regionali, aggiunge che ‘i fondamenti cui ancorarsi restano la libertà e lapartecipazione’.
“Non è con la via giudiziaria che si da vita auna nuova democrazia”.
Grazie, Luigi per quello che hai fatto e per quello che ci hai lasciato.

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